RICORDI DI S.ANGELA MERICI
[RICORDI DIRETTI ALLE COLONNELLE]
[Prologo]
[Prologo]
- Suor Angela, serva indegna di Gesù Cristo,
- alle sue dilette figlie e sorelle, le colonnelle della Compagnia di S. Orsola.
- La fortezza e il vero conforto dello Spirito Santo siano in tutte voi,
- affinché possiate sostenere ed eseguire virilmente e fedelmente l’impresa che avete su di voi,
- e nello stesso tempo aspettare la grande ricompensa che Dio vi ha preparata, se vi sforzerete, ognuna dal canto proprio, di essere fedeli e sollecite verso le sue spose,
- che vi sono state affidate per custodirle e per vegliare su di loro come vigilantissime e buone ministre.
- Allora, quanto dovete pregare Dio che vi illumini e vi diriga e vi insegni quello che dovete fare per amor suo in un tale compito;
- non può esisterne un altro più degno che l’essere custodi delle spose dell’Altissimo.
- Sicché dovete anche pensare come le dovete apprezzare;
- perché, quanto più le apprezzerete, tanto più le amerete: quanto più le amerete, tanto più cura e attenzione avrete per loro.
- E sarà impossibile che giorno e notte non le abbiate a cuore, e scolpite nel cuore, tutte una per una, perché il vero amore fa e opera così.
- Né vi deve pesare una tale impresa: anzi, dovete ringraziare Dio sommamente che si sia degnato di mettervi nel numero di coloro che lui vuole che si affatichino a governare e custodire simile suo tesoro.
- Grazia certamente grande e sorte inestimabile, se la vorrete riconoscere.
- Non vi perdete d’animo per non sapere e non poter fare quello che giustamente si richiede per un così singolare governo.
- Abbiate speranza e ferma fede in Dio: lui vi aiuterà in ogni cosa.
- Pregatelo, umiliatevi sotto la sua grande potenza, perché senza dubbio, avendovi affidato tale impresa, vi darà anche le forze per poterla eseguire, purché non si manchi da parte vostra.
- Fate, muovetevi, credete, sforzatevi, sperate, gridate a lui col vostro cuore,
- e senza dubbio vedrete cose mirabili, dirigendo tutto a lode e gloria della sua maestà e al bene delle anime.
- E fra le altre cose che dovete fare, con la grazia di Dio,
- vi prego tutte, anzi vi supplico, per amore della passione di Gesù Cristo e per amore della Madonna, che vi sforziate di metter in atto questi pochi ricordi,
- che adesso vi lascio da eseguire dopo la mia morte: saranno per voi un richiamo almeno di una parte del mio volere e del mio desiderio.
- E qui conoscerò se avrete piacere di farmi cosa gradita.
- Perché sappiate che, adesso, sono più viva di quanto non lo fossi quand’ero in vita,
- e più vedo e più mi sono care e gradite le cose buone che di continuo vi vedo fare,
- e adesso più voglio e posso aiutarvi e farvi del bene in ogni modo.
- In primo luogo dunque, figlie e sorelle mie nel sangue di Gesù Cristo carissime,
- vi ricordo di sforzarvi, con l’aiuto di Dio, di prendere e piantare in voi questo buon concetto ed umile sentimento: che non vi crediate degne di essere superiore e colonnelle.
- Anzi, ritenetevi come ministre e serve, considerando che avete più bisogno voi di servirle di quanto non abbiano bisogno loro di essere servite o governate da voi,
- e che Dio ben potrebbe provvedere a loro con altri mezzi anche migliori di voi.
- Ma, nella sua misericordia, ha voluto adoperare voi come suoi strumenti per un migliore vostro bene, così da poter voi meritare di più dalla sua infinita bontà e da avere lui motivo di ricompensarvi.
- Imparate dal Signore nostro il quale, mentre era in questo mondo, vi fu come servo, obbedendo al Padre eterno fino alla morte.
- E per questo egli dice: “Ego fui in vobis non tamquam qui recumbit, sed ut qui ministrat”; cioè: io sono stato tra voi non come colui che viene servito, ma come colui che serve.
- E San Gregorio, benché fosse papa, tuttavia si diceva servo dei servi di Dio.
- Così esercitava l’ufficio di superiore e di papa, ma in cuor suo si reputava minore degli altri e servo dei servi di Dio, memore di quel detto evangelico: “Qui maior est inter vos, fiat sicut minor”.
- Allo stesso modo anche voi siate superiore riconoscendovi e stimandovi minori di loro.
- Perché se voi farete così, Dio stesso poi vi esalterà, tanto quanto voi vi sarete abbassate.
- Infatti, non inutilmente né senza motivo il cuore di un vero e prudente servo di Dio si umilia ed annienta interiormente la considerazione di sé e il gusto della propria reputazione,
- perché spera e si aspetta da Dio ben altro gusto e più vera gloria ed onore,
- dal momento che crede fermamente quanto dice il Vangelo: “Quia se humiliat, exaltabitur”; cioè: chi si abbassa sarà innalzato.
- Siate affabili ed umane con le vostre figlioline.
- E sforzatevi di operare solamente mosse dal solo amore di Dio e dal solo zelo per le anime allorché le ammonirete e le consiglierete, o le esorterete a qualche bene e le distoglierete da qualche male.
- Infatti otterrete di più con l’affettuosità e l’affabilità che non con la durezza e gli aspri rimproveri;
- questi si devono riservare solamente a casi di necessità
- e, ancora, a luogo e tempo, e secondo le persone.
- Ma la carità, la quale dirige ogni cosa a onor di Dio e al bene delle anime, ben insegna tale discrezione,
- e muove il cuore ad essere a luogo e tempo ora affabili e ora aspre, e poco o molto secondo il bisogno.
- Se vedrete una pusillanime e timida, e inclinata alla disperazione, confortatela, fatele animo, promettetele del bene dalla misericordia di Dio, allargatele il cuore con ogni consolazione.
- Di contro, se vedrete qualcun’altra presuntuosa, e larga di coscienza, e poco timorata, a quella mettete timore,
- e ricordatele il rigore della giustizia di Dio,
- e quanto il peccato sia sottile, e come ci si trovi in mezzo alle insidie, e come si abbia sempre motivo di star in timore, come dice la Scrittura: “Beatus qui semper est pavidus”; cioè: beato colui che sta sempre in paura.
- Tenetevi sottomesse alle madri principali che io lascio al mio posto,come è giusto.
- E ciò che fate, fatelo obbedendo a loro e non seguendo il vostro giudizio.
- Perché, obbedendo a loro, obbedirete a me; obbedendo a me, obbedirete a Gesù Cristo,
- il quale, nella sua immensa bontà, mi ha eletta ad essere madre, e viva e morta, di così nobile Compagnia, benché dal canto mio ne fossi indegnissima;
- e, avendomi eletta, mi ha dato anche la grazia di poterla governare secondo la sua volontà.
- Però, se vi capitasse di avere qualche giusto motivo di contraddirle o riprenderle, fatelo con tatto e con rispetto.
- E se non vorranno acconsentire, portate pazienza.
- E sappiate che è cosa giusta amar le madri se sono buone, e sopportarle se sono strane.
- E guardatevi assolutamente dal lamentarvi, dal mormorare o dal dir male di loro; né con gli estranei, né con le vostre figliole.
- Ma dappertutto conservate onore e rispetto alle vostre madri, considerando che, se Dio comanda che si debbano onorare il padre e la madre carnali, tanto più si devono apprezzare le madri spirituali.
- Pertanto, fate in modo che godano sempre di stima e di rispetto, specialmente presso le vostre figlioline.
- E pensate che, se sono buone, non le meritate, e se sono cattive, ne meritereste ancor di peggiori.
- Ad ogni modo, se avrete in cuore qualcosa che vi dispiaccia in loro, a ragione e senza scrupolo ne potrete parlare in segreto con qualche persona buona e fedele sotto ogni aspetto.
- Sappiate tuttavia che, se verrete a conoscere chiaramente che sono in pericolo la salvezza e l’onestà delle figliole, non dovrete per niente consentire, né sopportare, né aver riguardo alcuno,
- tutto, però, sempre con buon discernimento e con maturità di giudizio.
- Sarete sollecite e vigilanti per conoscere, e capire il comportamento delle vostre figliole, e rendervi conto dei loro bisogni spirituali e temporali.
- E così, provvedete voi meglio che sia possibile, se lo potete, perché dovete dare alle matrone meno fastidio e meno impaccio possibile.
- Ma se non potrete provvedere voi, ricorrete alle madri principali, e prontamente, e senza riguardo alcuno, esponete loro i bisogni delle vostre pecorelle.
- E se le vedrete lente a provvedere, siate insistenti;
- e in tal caso per parte mia siate anche importune e fastidiose.
- Perché, se mai per causa e negligenza vostra qualcuna si perdesse, Dio ve ne domanderebbe stretto conto il giorno del giudizio.
- Dovete, infatti, sapere questo, e tenerlo per certo, che lui non mancherà mai di provvedere alle loro necessità sia materiali che spirituali, purché non si manchi da parte vostra.
- Perché se Dio ha piantato questa Compagnia, mai non l’abbandonerà;
- dice, infatti, la Scrittura: “Numquam vidi iustum derelictum, nec semen eius quaerens panem”; cioè: mai ho visto che il giusto sia stato abbandonato, né che la sua discendenza sia andata mendicando.
- Vogliate spesso (secondo che avrete tempo e possibilità) specialmente nei giorni di festa, andare a trovare le vostre care figlie e sorelle;
- e salutarle, vedere come stanno, confortarle, animarle a perseverare nella vita intrapresa;
- invitarle a desiderare le allegrezze e i beni celesti, a bramare quelle feste allegre e nuove del cielo, quei trionfi beati ed eterni.
- E lasciare ormai totalmente l’amore di questo mondo miserabile e traditore, nel quale non vi è mai né riposo né alcuna vera soddisfazione,
- ma solamente vi sono o sogni vani, o aspri travagli, e ogni cosa infelice e meschina.
- Raccomandate loro che, nelle case, si comportino bene, con buon criterio, con prudenza e modestia;
- siano riservate e sobrie in ogni cosa.
- Mangino e bevano non per il gusto né per saziare l’appetito, ma solamente per il bisogno di sostenere la natura così da poter meglio servire Dio.
- Siano sobrie anche nel dormire, dormendo solamente quanto richiede la necessità;
- anche nel ridere siano garbate e sobrie.
- Nell’ascoltare, non si dilettino di udire se non cose oneste, lecite e necessarie.
- Nel parlare, tutte le loro parole siano sagge e misurate; non aspre, non crude, ma umane e inducenti a concordia e carità.
- Dite loro che, in qualunque luogo si trovino, diano buon esempio.
- E che siano per tutti un profumo di virtù.
- E siano obbedienti e soggette ai loro superiori.
- E cerchino di mettere pace e concordia dove si troveranno.
- Soprattutto siano umili ed affabili.
- E tutto il loro comportamento, le loro azioni e le loro parole siano secondo carità, e sopportino ogni cosa con pazienza; specialmente con queste due virtù si rompe la testa al diavolo.
- E quando le visiterete, io vi do l’incarico di salutarle e stringere loro la mano anche da parte mia.
- E direte loro che vogliano essere unite e concordi tutte insieme, essendo tutte di un volere, tenendosi sotto l’obbedienza della Regola, perché sta tutto qui.
- Facciano onore e Gesù Cristo, al quale hanno promesso la loro verginità e se stesse.
- Mettano la loro speranza e il loro amore nel solo Iddio, e non in persona vivente.
- Confortatele, animatele, perché stiano di buona voglia.
- E darete loro questa buona notizia che io annuncio loro da parte di Gesù Cristo e della Madonna:
- quanto hanno da rallegrarsi e far festa perché in cielo a tutte, una per una, è preparata una nuova corona di gloria e d’allegrezza,
- purché stiano ferme e salde nel loro proposito,
- e si sforzino di osservare la Regola.
- E su questo non abbiano alcun dubbio.
- Anche se, alle volte, avranno qualche tribulazione o affanno, tuttavia passeranno presto e si volgeranno in allegrezza e gaudio.
- E poi, il patire di questo mondo è un niente di fronte a quei beni che ci sono in paradiso.
- Inoltre tengano per certissimo questo: che mai saranno abbandonate nelle loro necessità. Dio provvederà mirabilmente.
- Non si perdano di speranza.
- Quanti signori, regine e altre persone importanti vi sono che, per quante ricchezze e per quanto potere abbiano, non potranno trovare un vero conforto in qualche loro estremo bisogno!
- E invece loro, pur povere, troveranno consolazione e ristoro.
- Direte loro ancora che adesso sono più viva di quando mi vedevano materialmente,
- e che adesso più le vedo e le conosco,
- e più le posso e le voglio aiutare,
- e che sono continuamente fra loro con l’Amatore mio, anzi nostro e comune di tutte,
- purché credano e non si perdano d’animo e di speranza.
- Così voi abbondate nelle promesse, che non mancheranno i fatti, specialmente a quelle che vedrete sconsolate, dubbiose e timide.
- Dite loro che desiderino vedermi non in terra, ma in cielo, dove è il nostro amore.
- Mettano lassù le loro speranze, e non sulla terra.
- Abbiano Gesù Cristo come unico loro tesoro, perché così avranno in lui anche il loro amore.
- E si deve cercarlo non qui in questo mondo, ma su nell’alto dei cieli, alla destra del Padre, come dice l’Apostolo: “Si consurrexistis cum Christo quae sursum sunt quaerite, quae sursum sunt sapite, et non quae super terram”.
- Voi vivete e comportatevi in modo che le vostre figlioline possano specchiarsi in voi.
- E quel che volete che loro facciano, fatelo voi per prime.
- In qual modo potrete voi riprenderle o ammonirle di qualche errore, se questo si trova ancora in voi?
- Ovvero richiamarle e indurle a qualche virtù, se non l’avete voi per prime?
- o se almeno non incominciate a praticarla insieme a loro?
- Allora, fate in modo che, ancora per il vostro esempio, si muovano e si incoraggino al vivere virtuoso.
- E vogliatevi conformare con loro in ogni atto di onestà e virtù a voi conveniente e possibile, specialmente nel comportamento, nel frequentare la confessione e la comunione, e in altre simili opere.
- Perché è cosa giusta e conveniente che le madri siano di esempio e di specchio alle figliole, specialmente nell’onestà e nel comportamento, e in altre azioni ordinarie e fuori dell’ordinario.
- Sappiate che avete da difendere e salvaguardare le vostre pecorelle dia lupi e dai ladri, cioè da due sorta di persone pestifere: dagli inganni della gente mondana o falsi religiosi, e dagli eretici.
- Anzitutto, dunque, per quanto si riferisce al modo di comportarsi nel mondo, mettetele in guardia specialmente dal prendere dimestichezza con giovani ed altri uomini ancora, quand’anche fossero spirituali,
- perché la troppa dimestichezza spirituale con uomini, quasi sempre si volta in familiarità carnale.
- Non le lasciate praticare, per quanto potete, neppure con donne oziose e alle quali dispiaccia vivere castamente,
- e che volentieri trovano gusto nel sentir parlare di vanità e di piaceri mondani.
- State in guardia affinché qualche confessore o altro religioso non le distolga da qualche loro buon sentimento,
- o dal digiunare,
- o dal fermo proposito della verginità,
- o dall’apprezzare questa santa Regola ordinata da Dio,
- o da altre simili cose buone.
- Perché molti, sotto specie di buon consiglio, sogliono smuovere la mente di molte poverette da qualche loro buon sentimento e proponimento.
- Ora, quanto al preservarle dalle pestifere opinioni degli eretici, quando sentirete che qualche predicatore o altra persona ha fama di eresia,
- o predica cose nuove oltre l’usanza comune della Chiesa,
- e contro quello che avete avuto da noi,
- allora, con bella maniera, tenete lontane le vostre figlioline dall’ascoltare simili persone.
- Perché accade spesso che si piantino nella mente certe cattive sementi che poi a stento si possono sradicare.
- Sicché anche voi non abbiate dimestichezza con loro.
- Lasciateli nel loro stato.
- Tenete ognuno per buono,
- ma siate prudenti per il bene vostro.
- Perché è meglio seguire senza pericolo il certo, piuttosto che l’incerto con pericolo.
- Tenete l’antica strada e usanza della Chiesa, ordinate e confermate da tanti Santi per ispirazione dello Spirito Santo. E fate vita nuova.
- Quanto alle altre opinioni che adesso sorgono e sorgeranno, lasciatele andare come cose che non vi riguardano.
- Ma pregate e fate pregare, perché Dio non abbandoni al sua Chiesa, ma la voglia riformare come a lui piace,
- e come vede essere meglio per noi,
- e più ad onore e gloria sua.
- In questi tempi pericolosi e pestiferi, infatti, non troverete altro ricorso che rifugiarvi ai piedi di Gesù Cristo,
- perché se è lui che vi governerà e vi insegnerà, sarete istruite, come dice ancora il Profeta: “Beatus quem tu erudieris, Domine”; cioè: beato è colui che tu, Signore, avrai istruito.
- Allora umiliatevi sotto la sua mano potente gridando col profeta: “Illumina oculos meos ne unquam obdormiam in morte”, e sarete illuminate.
- Amate le vostre figlioline ugualmente, e non vogliate parteggiare più per l’una che per l’altra,
- perché tutte sono creature di Dio, e voi non sapete che cosa lui voglia fare di loro.
- Infatti, come potete sapere voi se quelle che vi sembrano più da poco e di minor conto non siano per diventare le più generose e le più gradite alla sua maestà?
- E poi, chi può giudicare il cuore e i pensieri nascosti nell’intimo della creatura?
- Allora accettatele con amore e sopportatele tutte egualmente, perché non sta a voi giudicare le ancelle di Dio: il quale sa bene che cosa ne vuol fare;
- lui che (come dice la Scrittura) dalle pietre può cavare dei figlioli celesti.
- Voi fate nondimeno la vostra parte correggendole con amore e carità se le vedrete cadere in qualche errore per qualche fragilità umana,
- così non cesserete di potare questa vite che vi è affidata.
- E poi lasciate fare a Dio, il quale farà cose mirabili a suo tempo e quando gli piacerà.
- L’ultima raccomandazione mia che vi faccio, e con la quale fin col sangue vi prego, è che siate concordi, unite insieme tutte d’un cuore e d’un volere.
- Siate legate l’una all’altra col legame della carità, apprezzandovi, aiutandovi, sopportandovi in Gesù Cristo.
- Perché, se vi sforzerete di essere così, senza dubbio il Signore Dio sarà in mezzo a voi,
- avrete in vostro favore la Madonna,
- gli Apostoli,
- tutti i Santi e le Sante,
- gli Angeli,
- insomma tutto il cielo e tutto l’universo.
- Perché Dio ha predisposto ab aeterno così: che coloro che sono concordi nel bene per suo onore, abbiano ogni prosperità, e ciò che fanno vada a buon fine avendo essi in loro favore Dio stesso e ogni sua creatura.
- Considerate dunque quanto è importante tale unione e concordia.
- Allora desideratela,
- cercatela,
- abbracciatela,
- conservatela con tutte le vostre forze.
- E io vi dico che, stando voi tutte così insieme unite di cuore, sarete come una fortissima rocca o torre inespugnabile
- contro tutte le avversità,
- e persecuzioni,
- e inganni diabolici.
- E ancora vi do la certezza che ogni grazia che domanderete a Dio vi sarà concessa infallibilmente.
- E io sempre sarò in mezzo a voi, aiutando le vostre preghiere.
- Animatele, dunque, a compiere coraggiosamente l’impresa incominciata.
- E nello stesso tempo rallegratevi perché senza dubbio quel che vi dico avverrà.
- Oltre alla grandissima ed inapprezzabile grazia che l’Amatore mio, anzi nostro, vi darà al punto estremo della morte;
- perché è nei grandi bisogni che si riconosce la vera amicizia.
- E ritenete per certo che allora specialmente conoscerete che io vi sono fedele amica.
- Ora vi lascio; state contente, e abbiate viva fede e speranza.
- Ma prima voglio che siate benedette, “in nomine Patris, et Filii, et Spiritus Sancti. Amen”.
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